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WHISTLEBLOWING IN ITALIA

La nuova disciplina e il suo impatto

 

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Il fenomeno del “whistleblowing” è in costante crescita in tutto il mondo, catturando sempre più l’attenzione sia per i clamorosi eventi mediatici che per l’adozione della Direttiva Europea sul Whistleblowing. Tuttavia, dietro questa tendenza, sorgono molte domande e incertezze che meritano di essere esplorate più a fondo.

 

Cos’è il whistleblowing?

Il whistleblowing è l’atto volontario di segnalare attività illegali, immorali o fraudolente all’interno di un’organizzazione, che sia essa pubblica o privata. Questa pratica, spesso effettuata dai dipendenti, svolge un ruolo cruciale nel promuovere comportamenti etici e nel denunciare abusi aziendali.

 

L’evoluzione del whistleblowing in Italia

Negli ultimi anni, il whistleblowing in Italia ha subito una significativa evoluzione:

  • Nel 2019, la Direttiva UE 2019/1937 ha stabilito le norme per proteggere coloro che segnalano violazioni del diritto dell’Unione Europea.
  • Nel 2023, l’Italia ha dato vita al Decreto Legislativo 24/2023, un importante passo nella regolamentazione del whistleblowing nel paese.

Il Decreto Legislativo 24/2023

Il nuovo decreto, pienamente applicabile dal 17 dicembre 2023, introduce importanti novità ed obblighi volti a proteggere chi segnala violazioni del diritto dell’Unione Europea e delle leggi nazionali.

Coinvolge tutte le organizzazioni con un numero di dipendenti superiore a 50 e le realtà che operano nei settori c.d. sensibili (servizi, prodotti e mercati finanziari, prevenzione del riciclaggio o del finanziamento del terrorismo, sicurezza dei trasporti e tutela dell’ambiente), nonché coloro che hanno adottato modelli di organizzazione e gestione ai sensi del decreto legislativo 231/2001.

 

Cosa copre il decreto?

La portata del decreto riguarda la segnalazione di violazioni che danneggiano l’interesse pubblico o mettono a rischio l’integrità delle amministrazioni pubbliche o degli enti privati. Queste violazioni possono assumere diverse forme, tra cui discriminazione, violazioni dei diritti umani, corruzione, violazioni della legge, e altro ancora.

 

Chi è protetto dal decreto?

Il Decreto Legislativo 24/2023 si impegna a proteggere una vasta gamma di individui, compresi:

  • Segnalanti: Coloro che segnalano le violazioni sono ovviamente al centro della protezione offerta dal decreto.
  • Facilitatori: Il decreto non dimentica coloro che agevolano il processo di segnalazione, garantendo che chiunque assista i segnalanti possa farlo senza timore di ritorsioni.
  • Persone legate al segnalante: La protezione si estende anche alle persone con legami affettivi o di parentela con il segnalante, evitando che vengano coinvolte in possibili ritorsioni.
  • Colleghi del segnalante: I colleghi che potrebbero essere testimoni o coinvolti nel processo di segnalazione godono di protezione.
  • Segnalanti anonimi, se successivamente identificati: Il decreto riconosce la possibilità di segnalazioni anonime, garantendo al segnalante l’opzione di mantenere l’anonimato fino a quando non si sente sicuro di rivelare la propria identità.

 

Quali sono i canali di segnalazione?

In base al Decreto Legislativo 24/2023, i canali di segnalazione sono quelli interni alle organizzazioni e il canale esterno presso l’ANAC.

Il canale di segnalazione interno, quale strumento di compliance normativa, deve essere istituito garantendo la riservatezza delle informazioni trasmesse e trattate.

Le organizzazioni, nel valutare le possibilità a loro disposizione, dovranno sempre e comunque porre la massima attenzione alla conformità normativa del canale scelto, considerato che le sanzioni per mancata istituzione o mancata compliance dello strumento individuato e delle procedure di regolamentazione dello stesso possono comportare sanzioni fino a 50.000 euro. Inoltre, tali strumenti, coinvolgendo trasversalmente la normativa privacy, espongono le organizzazioni a rischi inerenti ad eventuali violazioni del GDPR, con le conseguenze da esso previste.

 

Quali sono le garanzie offerte dal nuovo decreto?

Per incoraggiare le segnalazioni e garantire la sicurezza dei segnalanti, il Decreto Legislativo 24/2023 offre una serie di garanzie e misure di protezione. Queste includono:

  • Riservatezza delle informazioni
  • Divieto di ritorsioni
  • Misure di sostegno
  • Limitazione di responsabilità

 

Sanzioni per la violazione del decreto

L’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) ha il potere di infliggere sanzioni amministrative per le violazioni del decreto, inclusi gli atti ritorsivi o di ostruzione alle segnalazioni. La presenza di sanzioni rafforza ulteriormente la protezione dei segnalanti.

Come ultima considerazione, è fondamentale tenere presente che la nuova normativa coinvolge anche il trattamento di dati personali di varia natura, il che richiede un’analisi approfondita in termini di conformità al GDPR. Le aziende saranno pertanto tenute a implementare una serie di misure a livello di privacy per garantire la piena conformità a questa normativa, evitando così violazioni e le significative sanzioni ad essa associate.

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